Comunicato stampa
Riconoscimento dello stato di Palestina: ancora un rinvio !!
La Rete della Pace, insieme a molte altre associazioni, sindacati e comitati locali , ha chiesto al Parlamento ed al Governo Italiano il riconoscimento dello Stato di Palestina, come atto di coerenza visto che il governo Italiano aveva votato positivamente alle Nazioni Unite il 29 Novembre 2012 per il riconoscimento dello Stato di Palestina sui confini del 67 con Gerusalemme est capitale.
Il doppio voto espresso dal Parlamento Italiano, prima a favore del riconoscimento dello stato di Palestina, con la mozione del PD, poi condizionando tale diritto all’accordo politico tra le parti (mozione di Area Popolare e Ncd) quindi, disconoscendolo, è un’onta al diritto internazionale ed al diritto all’autodeterminazione di un popolo. Ancora una volta hanno prevalso non solo l’ignoranza dei fatti, ma anche la manipolazione di questi da parte della maggioranza del Parlamento. Con questo doppio voto il nostro Parlamento , con il parere favorevole e compiaciuto del governo, non ha votato a favore di Israele ma ha votato per la destra nazionalista e i coloni di Nethaniau, Libermann e Bennet.
Vani sono state gli appelli inviati dalla società civile italiana, come vano è stato quello di più di mille israeliani, tra loro scrittori come Grossmann, Oz,Yeshua, professori universitari, il premio Sacharov del Parlamento Europeo Nurit Peled, l’ex speaker della Knesset, Avraham Burg, funzionari e diplomatici, alti ufficiali dell’esercito, che hanno direttamente chiesto al Parlamento ed al governo Italiano di riconoscere lo Stato di Palestina senza condizionamenti ed hanno sostenuto che il negoziato non potrà riprendere in modo bilaterale perché a partire dall’accordo di Oslo in poi i negoziati bilaterali sono stati un fallimento, per l’assenza di una concreta volontà e responsabilità politica di Israele che prosegue con le annessioni de facto, per la vulnerabilità e l’isolamento in cui versa l’autorità palestinese e per l’ipocrisia e le ambiguità della comunità internazionale.
Già nella mozione del Pd era espressa una posizione di mediazione, con il richiamo all’impegno per la ripresa dei colloqui di pace, rimuovendo il fatto che ogni giorno il governo israeliano continua con la politica di colonizzazione , togliendo metri quadrati a quel 22% di superficie che dovrebbe rimanere ai palestinesi, con le espulsioni di migliaia di Palestinesi dalle loro terre e da Gerusalemme Est, con la demolizione di case, con gli arresti e con le detenzioni arbitrarie, con gli assassinii di giovani disarmati.
Con la seconda mozione , quella di Ap e Ncd, nuovamente votata anche dal Pd, si rovesciano i termini della questione, chiedendo ai Palestinesi di riconoscere lo Stato d’Israele.
L’ Olp il 15 novembre del 1988 nella sua dichiarazione d’indipendenza ha riconosciuto lo Stato d’Israele sui confini del 67 e lo ha successivamente siglato anche con Israele con gli accordi di Oslo. Hamas, che abbiamo sempre condannato per gli attacchi contro i civili israeliani, ha riconosciuto i confini del 67 e quindi lo Stato d’Israele, partecipando alle elezioni nel 2006. Mai invece è esistito il riconoscimento da parte Israeliana dello Stato di Palestina, quello che esiste è una occupazione brutale e illegale, con furto di terra, acqua e risorse su quello che dovrebbe secondo la legalità internazionale essere lo Stato di Palestina. Un ringraziamento va ai deputati di Sel, ai deputati del Movimento5stelle ed a quei pochi deputati del Pd che hanno votato per il riconoscimento dello Stato di Palestina senza condizioni.
Una pena ed una grande delusione, per il popolo palestinese e per tutti coloro che resistono e lottano in modo nonviolento per il riconoscimento della giustizia, quel voto al Parlamento Italiano.
Ma noi continueremo a chiedere rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale, coltiveremo la speranza ed agiremo affinché il nostro governo riconosca lo Stato di Palestina, unica strada per la fine dell’occupazione militare israeliana, per il ripristino della legalità internazionale, per la necessaria convivenza e pace tra i due popoli e per la fine della violenza nella regione.
Perugia, 2 marzo 2015