Riportiamo la dichiarazione elaborata congiuntamente con la centrale sindacale tunisina UGTT, le reti e le associazioni tunisine dei diritti umani e le reti europee SOLIDAR e EMHRN (Euro-Mediterranean Human Right Network).
La dichiarazione ribadisce la difesa dei diritti umani universali, chiama le istituzioni dei paesi africani ed europei al rispetto degli accordi e delle convenzioni internazionali, e chiede una conferenza mondiale sui migranti e rifugiati.
Traduzione in italiano a cura di Alida Di Marzio.
DICHIARAZIONE SULLA TRAGEDIA DELLE MIGRAZIONI NEL MEDITERRANEO:
Dramma e violazioni dei diritti umani.
Le organizzazioni firmatarie della presente dichiarazione:
1.
Prendono atto degli ultimi sviluppi relativi al dramma delle migrazioni nel Mediterraneo, vero disastro
umanitario con 350.000 persone che hanno attraversato il Mar Mediterraneo dal mese di gennaio
2015 e almeno 2.600 morti ufficiali.
2.
Considerano le violazioni dei diritti dei migranti e dei rifugiati un affronto nei confronti della dignità
umana e delle convenzioni internazionali.
3.
Esprimono la propria preoccupazione di fronte al silenzio dei paesi arabi e delle organizzazioni arabe
nei confronti del dramma dei migranti e dei rifugiati provenienti soprattutto dall’Iraq, dalla Siria, dalla
Libia e prendono nota della dichiarazione dell’Unione Africana del mese di giugno 2015.
4.
Sottolineano il fallimento della comunità internazionale nel mettere fine alle crisi in Iraq, Siria e Libia e
nel mettere in atto delle strategie di sviluppo sostenibile nei paesi del Sud del Mediterraneo e nei
paesi africani, allo scopo di facilitare una reale distribuzione delle ricchezze, il rispetto dei diritti civili,
politici, economici.
5.
Condannano con forza le restrizioni al diritto di lasciare qualsiasi paese, compreso il proprio, diritto
che è giuridicamente vincolante ed è sancito dal Patto Internazionale dei diritti economici, sociali e
culturali, dalle Convenzioni dell’OIL sui diritti dei migranti (97 e 143) e dalla Convenzione delle Nazioni
Unite relativa allo status dei rifugiati.
6.
Ribadiscono con forza la loro condanna delle palesi violazioni dei diritti umani, constatate dalle
organizzazioni internazionali e dalle organizzazioni della società civile, che, negli ultimi 15 anni, hanno
causato la morte di almeno 20.000 persone, tra uomini, donne e bambini, e che sono il risultato di
politiche di gestione delle frontiere aggressive e discriminatorie, ma anche della mancanza di una
reale politica di accoglienza.
7.
Esortano gli Stati partner dell’Unione Europea a rifiutare di nutrire questa logica di esclusione mortale,
in particolare nell’ambito della cooperazione in materia di mobilità, ma anche in occasione del summit
Euro-Africano previsto per i giorni 11 e 12 novembre 2015 a Malta.
8.
Esprimono la loro piena solidarietà ai migranti e rifugiati vittime di trattamenti inumani e di violenze
razziste sulle due rive del Mediterraneo e alle frontiere dell’Europa Orientale e dei Balcani; ricordano
che l’Unione Europea si mostra complice di tali maltrattamenti sul suo territorio, in mare e anche
all’esterno dell’Europa, atteggiamento che è agli antipodi dei suoi valori. Chiedono che i diritti
fondamentali e la dignità di queste persone siano rispettati ovunque.
9.
Denunciano la triplicazione dei mezzi dell’agenzia Frontex e la mancanza di sufficienti finanziamenti
destinati al salvataggio in mare e all’accoglienza (budget annuale di Frontex nel 2015: più di 115
milioni di euro; budget annuale dell’ufficio europeo per l’asilo: 15 milioni di euro).
10.
Prendono nota delle iniziative prese in esame dall’Unione Europea:
– per adottare una politica europea unificata sul diritto di asilo, basata sulle norme del diritto
internazionale;
– per la sospensione immediata dell’accordo di Dublino II;
– per allargare le consultazioni, riguardanti questa politica, ai paesi africani, nell’ambito del summit
Africa – Unione Europea che si terrà a Malta il prossimo novembre, e ai paesi arabi interessati;
– per creare dei centri di selezione e accoglienza di rifugiati e migranti.
A tale proposito, le organizzazioni firmatarie esprimono serie preoccupazioni circa la funzione di questi centri,
che potrebbero diventare centri di detenzione e di smistamento delle persone.
Chiedono, invece, che tali spazi siano dei centri di accoglienza e che sia gli attori della società civile che le
organizzazioni internazionali competenti possano avervi accesso. Chiedono che le persone accolte in questi
centri siano libere di uscire e che sia loro garantito, in modo giusto ed equo, l’esame della loro condizione
individuale da parte di autorità imparziali e indipendenti. Domandano, infine, che vengano stanziate delle
risorse congrue per assicurare un’accoglienza degna e delle procedure rispettose delle garanzie procedurali.
– Affinché le violazioni dei diritti delle persone siano sanzionate e le vittime possano denunciarle ed
ottenere un risarcimento, sia che si tratti di violenze commesse dalle guardie di frontiera, dalla polizia,
dai trafficanti o dai passatori;
– per far luce sulle persone sparite in mare, perseguendo i criminali responsabili;
– per sviluppare dei corridoi legali e protetti di passaggio e di salvataggio in mare dei migranti e rifugiati.
Si chiede la messa in atto di un meccanismo di monitoraggio delle azioni e di valutazioni di cui sopra, d’intesa
con la società civile.
11.
Le organizzazioni firmatarie si oppongono a qualsiasi iniziativa di repressione, di esternalizzazione delle
frontiere e di incoraggiamento al ritorno dei rifugiati e dei migranti.
12.
Ribadiscono le loro proposte al fine di evitare l’improvvisazione e di adottare un approccio concordato,
globale e coerente, che abbia lo scopo di trovare una risposta internazionale e umana alla crisi di migranti e
rifugiati che rischia di prolungarsi e amplificarsi.
13.
Lanciano un appello perché si organizzi una conferenza mondiale sulla questione della crisi umanitaria e
esistenziale dei migranti e dei rifugiati, con la partecipazione degli attori della società civile.
14. Esortano alla vigilanza e alla mobilitazione continua di tutte le forze vive della società civile per proteggere
i diritti dei rifugiati e dei migranti.
Firmatari:
– Comité pour le Respect des Libertés et des Droits de l’homme en Tunisie (CRLDHT)
– Unione Générale Tunisienne du Travail (UGTT)
– Forum Tunisien pour les Droits Economiques et Sociaux (FTDES)
– Fédération des Tunisiens pour une citoyenneté des deux rives (FTCR)
– Rete Euro-mediterranea per i Diritti Umani
– Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL)
– SOLIDAR