Si è concluso il 16 luglio scorso, a Fortaleza, Brasile, il 6° Vertice dei Paesi Brics, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
La decisione destinata a modificare il corso dell’economia globale e la sua stessa architettura di governance, è quella, messa in cantiere nei precedenti vertici, di dar vita ad una autonoma Banca di Sviluppo dei paesi Brics, in aperta concorrenza con il ruolo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.
Le due istituzioni di Bretton Woods sono da tempo al centro di un faticoso processo di rinegoziazione delle quote – e dei poteri – che “fotografi” meglio i grandi cambiamenti avvenuti nell’economia globale.
Processo che stenta a procedere, soprattutto per la mancata ratifica da parte dell’Amministrazione statunitense delle decisioni già assunte.
La Banca di Sviluppo dei BRICS dovrebbe attestarsi su un capitale di 100 miliardi di dollari, sottoscritto dai paesi membri, avrà sede a Shanghai e una presidenza a rotazione, a partire da quella indiana.
Accanto alla Banca di Sviluppo, i BRICS hanno deciso di dar vita ad un Accordo su un fondo di contingenza di riserva per una mutua assistenza di fronte a crisi finanziarie ed economiche, con un capitale di 50 miliardi di dollari.
Parallelamente al vertice dei capi di stato e di governo, si è svolta la terza riunione del Forum Sindacale dei paesi BRICS, ospitato dai sindacati brasiliani, CUT in primis.
La dichiarazione finale dei sindacati BRICS (vedi la traduzione allegata) sottolinea l’importanza e le potenzialità del ruolo dei paesi BRICS in un’economia mondiale che deve profondamente cambiare a favore di un modello di sviluppo più inclusivo, rispettoso dell’ambiente e dei diritti sociali e del lavoro.
Il Forum Sindacale chiede ai capi di stato e di governo una maggiore inclusione dei sindacati nel processo intergovernativo e la partecipazione sindacale ai diversi gruppi di lavoro e alle diverse strutture, inclusa la Banca di Sviluppo.
Sia la dichiarazione dei sindacati BRICS, che il comunicato della Confederazione Internazionale dei Sindacati – ITUC-CSI, il cui presidente è ora il brasiliano Joao Felicio, nel valutare positivamente la creazione della nuova Banca di Sviluppo, sottolineano la necessità che questa si adoperi per una più equa distribuzione di redditi e ricchezza, per lo sviluppo sostenibile, la sicurezza alimentare e il lavoro dignitoso, insieme ad investimenti rispettosi dell’ambiente e a basso contenuto di carbonio.
Il Forum Sindacale dei BRICS, in particolare, rigetta “le politiche di austerità già fallite in Europa” come possibile soluzione della crisi.