È una storia, questa, che abbiamo sentito in Argentina, Brasile, Grecia, Italia e non poca sorpresa ha suscitato in noi sentila a Gorée, una piccola isola di fronte a Dakar, la capitale del Senegal. La storia ci è stata presentata dal sindacato CNTS durante un incontro nel quale si parlava, tra le altre cose, della crisi in Europa, e ci è sembrato dunque importante visitare Gorée e sentire la storia dalla viva voce dei suoi protagonisti.
Arriviamo sull’isola e ci avviamo all’hotel/ristorante Hostellerie du Chevalier de Boufflers dove ci aspettano i alcuni dei lavoratori iscritti al sindacato CNTS. Ci sediamo su una ombreggiata terrazza con vista su porto e mare, circondati da cascate di bouganville.
L’albergo ristorante fino a poco tempo fa era gestito dai proprietari di origine francese che da un giorno all’altro hanno deciso di tornare in patria, fuggire, portandosi dietro tutti i guadagni dell’esercizio e senza dire nulla a nessuno. I 21 dipendenti si sono trovati così da un giorno all’altro disoccupati, senza gestori.
Smarriti, si rivolgono al Sindacato che li accompagna nelle varie fasi cercando di indirizzarli su cosa fare, come organizzarsi, trovando gli avvocati disposti a sostenere la loro causa. Vengono sapere che negli ultimi 9 anni i proprietari hanno accumulato debiti per 80 milioni di CFA (circa 122.000 €) non pagando le tasse, l’affitto e le altre spese, soprattutto: i loro contributi.
I lavoratori hanno però coraggiosamente deciso di non abbandonare l’ Hostellerie du Chevalier de Boufflers, ma si sono organizzati in un’assemblea che ha scelto 4 rappresentanti per gestire l’albergo/ristorante con il supporto di un contabile esterno. Hanno rinegoziato in tribunale il debito che pian piano stanno abbattendo, pagando ogni anno cinque rate e diminuendo così il passivo.
Con sole 5 camere e il ristorante non è facile garantire i pagamenti delle rate e a risentirne è soprattutto la manutenzione degli spazi, e proprio per il giorno dopo la nostra visita era prevista una giornata di lavoro volontario per imbiancare la facciata del ristorante.
Mentre parliamo arriva un folto gruppo di turisti a pranzo, prima di ripartire per Dakar. Sono centinaia i turisti che giornalmente visitano l’isola che è stata proclamata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1978. Sull’isola si trova la “Maison des Esclaves”, la casa degli schiavi dalla quale sono transitati milioni di africani strappati alla loro terra d’origine per essere portati, fatti schiavi, nelle Americhe.
Alcune agenzie turistiche continuano a lavorare con il ristorante, e vedere arrivare il gruppo ci ha riempito di speranza per questi coraggiosi lavoratori che ci hanno fatto toccare con mano questo esempio africano di economia solidale.
Al nostro rientro ci impegneremo a promuovere questo Hotel e cercheremo il modo di dimostrare la nostra solidarietà a questi lavoratori.