Una prima valutazione del risultato elettorale del Brasile
di Sergio Bassoli
CGIL nazionale
La vittoria di Jair Messia Bolsonaro ha confermato, anche in Brasile, la crisi dei partiti tradizionali e
l’emergere di una nuova destra radicale, anti-sistema, spregiudicata nel linguaggio e nell’azione.
Il nuovo presidente del più popolato e ricco paese dell’America Latina, che si insedierà il 1 gennaio
prossimo, è un ex capitano dell’esercito, spregiudicato sin dai suoi primi passi, tanto da subire varie
denunce per poi essere espulso dall’esercito, per aver organizzato una bisca clandestina. E’ nello
stato di Rio de Janeiro che ha trovato la sede ideale per l’ascesa politica, sua e dei suoi due figli.
Parlamentare nel Congresso Federale da 7 legislature, famoso per le sue dichiarazioni imbarazzanti
e provocatorie, dalla difesa dei torturatori alla negazione della dittatura militare, alle sue posizioni
omofobie che lo hanno portato a dichiarare che “meglio avere un figlio morto che gay”.
E’ interessante vedere come Bolsonaro ha costruito questa vittoria, da vero outsider della destra,
senza particolari padrini e appoggi dai poteri forti, a unico candidato in grado di sfidare l’expresidente Lula….