Giovedì 7 marzo scorso si è svolta a Modena una iniziativa organizzata da Associazione Modena incontra Jenin, Nexus Emilia Romagna, CGIL Modena, Pax Christi, Alkemia, Overseas e Giovani Mussulmani d’Italia, all’interno della Israeli Apartheid Week 2013, dal titolo “Palestina: diritti in apartheid”
L’Israeli Apartheid Week (IAW) nasce nel 2005 da un gruppo di giovani attivisti dell’ Università di Toronto e da allora ha coinvolto numerose città nel mondo, così come in Palestina e in Sud Africa.
La IAW si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica circa la natura d’apartheid dello stato di Israele contribuendo a rafforzare le campagne per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) contro Israele.
Ai cittadini palestinesi residenti in Israele viene infatti negato il controllo e sviluppo su oltre il 90% delle terre e sono discriminati sotto molti aspetti della vita semplicemente per il fatto di essere Palestinesi, specialmente per quanto riguarda l’accesso a servizi come l’educazione, la sanità, servizi pubblici e opportunità lavorative. I Palestinesi espulsi nel 1948 e 1967 sono privati del diritto al ritorno alle loro case e terre, mentre ogni altro cittadino di origine ebraica – proveniente da qualunque parte del mondo – assume automaticamente il diritto a diventare cittadino israeliano e vivere in Palestina. Nei territori occupati della West Bank e Striscia di Gaza, i Palestinesi vivono sotto il controllo di leggi militari discriminatorie, in Bantustans isolati e circondati dal Muro.
I governi offrono grande supporto economico e politico al regime di apartheid israeliano. Le corporazioni guadagnano
grazie agli investimenti e alle operazioni bancarie congiunte a compagnie israeliane. Le istituzioni, le organizzazioni e i sindacati non si oppongono e garantiscono il sostegno morale ed economico di Israele. Artisti, intellettuali e personaggi sportivi legittimano l’apartheid israeliana mantenendo i loro rapporti e affari. Questo tipo di cooperazione e supporto permette all’apartheid di continuare ad esistere e per questo, porre fine all’appoggio internazionale, diventa fondamentale.
L’IAW è con tutte le persone oppresse del mondo, in particolare, con le comunità indigene vittime della repressione dei regimi coloniali, lo
sfruttamento e il dislocamento.
L’IAW è contro l’ideologia razzista sionista che rappresenta l’origine del colonialismo israeliano, fondato sulla discriminazione dei non ebrei. Contro tutte le forme di discriminazione e crediamo che non ci sarà mai giustizia senza prima il pieno riconoscimento dei
diritti di ogni individuo, senza differenze di religione, etnia e nazionalità. Le richieste dello IAW sono espresse nell’ “Appello della Società Civile Palestinese al boicottaggio, al ritiro degli investimenti e all’applicazione di sanzioni contro lo stato di Israele” sottoscritto il 9 luglio 2005 da oltre 170 organizzazioni palestinesi e che recita:
Il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni dovrebbero essere mantenute fino al momento in cui Israele non farà fronte ai suoi obblighi riconoscendo il diritto inalienabile del popolo Palestinese all’autodeterminazione e rispettando completamente le norme del diritto internazionale:
- mettendo fine all’occupazione e alla colonizzazione di tutte le terre arabe attraverso lo smantellando del Muro e la liberazione di tutti i prigionieri politici arabi e palestinesi.
- riconoscendo i diritti fondamentali dei cittadini Arabo-Palestinesi residenti all’interno dello stato d’Israele e la loro piena uguaglianza con gli altri cittadini
- rispettando, proteggendo e promovendo i diritti dei profughi palestinesi al ritorno alle proprie case e proprietà come stabilito nella risoluzione 194 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
Per aderire alla Rete Internazionale dell’Israeli Apartheid Week, le organizzazione devono condividere:
- i principi base qui elencati
- il coordinamento con la rete internazionale
- la promozione della campagna BDS a livello locale all’interno delle attività promosse durante l’ Israeli Apartheid Week