L’appello alla solidarietà per l’Afghanistan, per la creazione di corridoi umanitari a tutela e salvaguardia dei diritti umani e della sicurezza della popolazione civile, in particolare delle sue fasce più fragili: le donne, le ragazze e i bambini.
È ormai un dato di fatto che l’Occidente è in fuga da Kabul – Gino Strada l’aveva anticipato con un articolo su “La Stampa” frutto di un pensiero tristemente profetico – e che l’avvento dei talebani al comando dell’Afghanistan, nonostante i proclami, porterà una (purtroppo) auspicabile messa in discussione dei diritti umani e civili, in particolare di quelli delle fasce più a rischio, quali donne, ragazze e bambini.
Cosa fare?
Nel nostro appello alla solidarietà per l’Afghanistan, segnaliamo nell’immediato alcune iniziative:
- la petizione di “Insieme per l’Afghanistan”: Afghanistan: ponti aerei senza esclusioni (da sottoporre al Presidente del Consiglio Mario Draghi), per chiedere che Italia ed Europa si impegnino per una evacuazione immediata senza esclusioni, accogliendo subito le donne single o sole con figli, le ragazze e persone LGBT+, le persone anziane senza rete di protezione, le attiviste e attivisti per i diritti umani, le giornaliste e i giornalisti, gli insegnanti, gli studenti, le operatrici e gli operatori sanitari e sociali e chi ha lavorato in programmi umanitari e di sviluppo con le organizzazioni internazionali.
- il Comunicato in sostegno delle donne afghane dell’Associazione Orlando – Centro delle Donne di Bologna, con Associazione WOMEN – Women of Mediterranean East and South European Network e la Casa Internazionale delle Donne di Roma (destinato alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, alla Ministra degli Interni Luciana Lamorgese, al Presidente del Consiglio Mario Draghi).
- il sostegno a Emergency, operativo in Afghanistan da oltre 20 anni.
- il progetto Emergenza Afghanistan / Progetto Jamila di Pangea Onlus, con sede e a Kabul, che mira a fare delle donne un perno dello sviluppo e del benessere all’interno della famiglia e della comunità, a partire dall’economia per poi arrivare ai diritti e al benessere dell’individuo.