Stiamo vivendo tempi molto angoscianti poiché non abbiamo sicurezza di quanto accadrà domani. Marzo è stato un momento di molta preoccupazione, perché mano a mano che passavano i giorni e sapendo di quanto stava succedeva nel mondo, specialmente in Europa e poi negli USA, non sapevamo cosa sarebbe successo in Brasile con più di 800 morti al giorno. Non avremmo mai immaginato che in maggio avremo superato i 1000 morti al giorno, mentre le previsioni parlano di 2000 morti al giorno in giugno. Il nostro governo ci rattrista, ancora di più in questo momento, e non abbiamo più parole per classificare quanto assassino sia.
In marzo abbiamo deciso di sospendere le attività della nostra Banca, di fatto abbiamo chiuso le porte. La reazione della comunità è stata di preoccupazione per poter pagare i prestiti che aveva ricevuto e questo ci ha molto commossi/e, in quanto a causa della pandemia la situazione del lavoro e dei redditi della persone è andata degradandosi. In Brasile abbiamo già 13 milioni di disoccupati, senza contare le persone che avevano già un lavoro precario senza più modo di produrre reddito.
Dalla seconda metà di aprile abbiamo iniziato a domandarci se non dovessi pensare ad azioni di protezione ed assistenza verso la nostra comunità. Abbiamo iniziato a riaprire lentamente due volte alla settimana. Abbiamo fatto rete con tutte le organizzazioni della comunità, mappato le persone che erano in una situazione di povertà allarmante e assieme a Unisol e Justa Trama abbiamo preparato 90 ceste di alimenti dell’agricoltura familiare e maschere di cotone biologico, oltre a sapone fatto con scarti degli oli di cucina. Abbiamo fatto due consegne alle stesse famiglie. Poi abbiamo allargato la platea grazie a risorse locali e abbiamo consegnato altre 34 ceste per famiglie che erano in lista di attesa. Siamo riusciti/e ad alimentare il 10% della nostra comunità.
I giorni di consegna delle ceste abbiamo provato molta emozione perché nella maggioranza dei casi sono state le donne a venire a prendere le ceste con un luccichio negli occhi. Non riuscivano quasi a sollevare il peso delle borse, portavano carretti o mettevano la cesta sulla testa. Altre volte venivano con i figli piccoli che avevano lo stesso sguardo.
Oggi abbiamo ottenuto una relazione sullo stato delle famiglie in situazione di povertà. La lista aumenta sempre di più.
Abbiamo deciso assieme all’unità locale di salute e alla Cooperativa Univens/Justa Trama andare di casa in casa per consegnare ad ogni famiglia un kit de due mascherine e due pezzi di sapone affinché lavino e riutilizzino le mascherine e possano lavarsi le mani. La migliore accoglienza che potevamo immaginare è quella di Helena che nella foto si affaccia alla staccionata come per dire “grazie per prendervi cura di noi”.
Siamo usciti/e per la strada con le mascherine e abbiamo fatto le consegne, parlato della banca comunitaria e dell’importanza del prendersi cura della propria vita.
In questo periodo alcuni nuovi negozi sono venuti a registrarsi alla banca per ricevere e mettere in circolo la moneta sociale, il Justo. Anche altri negozianti che non facevano sconti, hanno iniziato a farne. C’è una preoccupazione grande verso i nuovi prestiti, ma le persone vengono a pagare i propri debiti e a chiedere nuovi prestiti. Molti hanno chiesto di riprendere i corsi in modo da stare insieme, ma questo succederà tra molto tempo.
La banca e la cooperativa sono diventati un punto di riferimento speciale per la comunità, un punto di ispirazione e modello da seguire. La vita accade nel nostro quartiere, nella nostra comunità ed è là che le nostre azioni e le nostre organizzazioni devono stare.
La nostra azione è possibile grazie al sostegno di Nexus che ci ha dato le condizioni affinché la banca comunitaria sia questa luce di speranza.