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Il brutale respingimento di 10 mila rifugiati siriani provenienti dalla Turchia  alla frontiera greca, oltre a rappresentare una tragedia umanitaria di proporzioni inaccettabili, esplicita una serie di errori politici e geopolitici dell’Unione Europea.

Avevamo colpevolmente dimenticato i tre milioni di rifugiati accolti dalla Turchia e avevamo  rimosso anche i 20 mila ammassati a Moria, il campo profughi nell’isola di Lesbo allestito per ospitarne 3 mila. Il dramma delle famiglie, degli uomini, delle donne, dei bambini e anziani in fuga dalla guerra, benché oscurato dalla banalizzazione delle tragedie imposto dall’ordinario cinismo del tran tran informativo e della politica, resta di estrema gravità ed umanamente insopportabile.
Al dolore, allo sdegno e alla denuncia per questa ennesima emergenza umanitaria, la Cgil Emilia-Romagna accompagna la preoccupazione per uno scenario politico degradato e ormai insostenibile.   

Da alcuni anni come Unione Europea  paghiamo  la Turchia –  secondo il consolidato schema della cosiddetta “esternalizzazione delle frontiere” –  per gestire il “problema” dei rifugiati siriani. Paghiamo la Turchia come paghiamo il Niger e altri paesi africani per fare i gendarmi dell’Europa con l’intenzione di allontanare dai nostri territori i muri e i fili spinati, nell’illusione di trattenere un’umanità che fugge da guerre, conflitti o da effetti devastanti prodotti dai cambiamenti climatici in corso. I sei miliardi di euro dati ad Erdogan hanno soltanto rimandato il problema, pagare la Turchia palesemente oggi non basta più,  la situazione va ripresa in mano non solo per la sua sempre più insopportabile disumanità ma anche perché si sta rivelando ingovernabile dal punto di vista geopolitico.

L’Unione Europea deve impostare diversamente i rapporti con la Turchia evitando di sottostare a continui ricatti e può  farlo solo assumendo precise responsabilità e adottando scelte  mirate circa il conflitto siriano e le sue conseguenze sullo scacchiere medio-orientale e mediterraneo, in particolare sul tema dei rifugiati.
Va fatto qualcosa di diverso per ripristinare il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani dei richiedenti asilo, a partire dalla definizione di una nuova e condivisa strategia  europea per i rifugiati siriani e più in generale per il governo delle questioni migratorie.

L’accordo di Dublino va modificato subito, chi arriva a Lesbo o a Lampedusa arriva in Europa e ce ne dobbiamo far carico tutti  insieme.

CGIL EMILIA-ROMAGNA