Nexus ha partecipato all’Assemblea dei Popoli (Cùpola dos Povos) di “Rio + 20”.
Sandra Pareschi (la presidente di Nexus Emilia Romagna) ha infatti coordinato il 18 di giugno un importante confronto sulle esperienze della cooperazione in America Latina, in Europa e in Asia, cui hanno partecipato:
- – Alessia Benizzi della Regione Emilia Romagna
- – Arildo Mota Lopes di Unisol Brasil
- – Shahnaz Iqbal di Global Network
- – Mario Barrios della CTA Argentina
- – Aldenise Coelho di Iscos Cisl.
Qui di seguito un resoconto di come è andatata l’iniziativa
Nella introduzione é stata proposta la connessione tra lavoro decente e economia solidale, nella ricerca di una definizione che vada oltre quella nota e sperimentata nel “laboratorio” rappresentato dall’America Latina e in particolare dal Brasile.
La convinzione emersa è che nella prospettiva dello sviluppo sostenibile non vi sia alternativa alla economia solidale. La cooperazione può favorire una economia redistributiva giusta e un rapporto più amichevole con l’ambiente. Il sindacato tutto deve sostenere questo modello che é insieme economico e sociale, che mette al centro il benessere del lavoratore, pratiche partecipative, sostenibilitá ambientale, uguaglianza di diritti. In altre parola, economia solidale e lavoro decente sono due aspetti di uno stesso percorso, e – secondo Sandra Pareschi, dovrebbero integrarsi nella piattaforma sindacale per una alternativa economica..
Lopes ha raccontato della lunga relazione con il movimento sindacale italiano, relazione che ha portato alla nascita di Unisol Brasil. “Noi abbiamo chiaro il cammino”, ha sostenuto Lopes, convinto che “I lavoratori sono capaci di amministrare, di produrre correttamente per la comunità, in un percorso di cooperativismo, alla cui base c’è una diversa filosofia di vita”.Questo secondo Sandra Pareschi è già nelle esperienze che si stanno realizzando orientate a produrre una economia alternativa e che stanno coinvolgendo non solo il livello dell´impresa cooperativa dal punto di vista economico, ma anche la societá civile.
Alessia Benizzi ha raccontato lo sviluppo del mondo cooperativo nella sua Regione, come necessità scaturita dopo periodi di grandi difficoltà, affrontate, soprattutto dopo le due guerre, con il cooperativismo, unica risorsa allora disponibile. E ha proseguito ripercorrendo le esperienze di cooperazione con il Brasile, iniziate proprio attraverso il rapporto intersindacale, quando Lula, diventato in seguito presidente del Brasile, ma allora nel sindacato brasiliano CUT, si recó in Emilia Romagna per studiare il sistema cooperativo, visto come possibilitá per affrontare la crisi brasiliana e la conseguente disoccupazione. Oggi vi è la necessità, dal punto di vista della cooperazione istituzionale, di agire in un cambiamento del paradigma con cui si realizzano le programmazioni territoriali per uno sviluppo integrato. Occorre mettere al centro l’individuo nel lavoro e nella societá tenendo conto di tutte le sue esigenze e opportunità. Occorre anche spostarsi da una logica prettamente economicista della visione dello sviluppo.
Aldenise Coelho, ha evidenziato l’importanza di un lavoro dal basso e di una formazione a tutto tondo per gli operatori dell’economia solidale. Ha espresso una forte critica sull’orientamento verso un’economia verde, se questa rientra in una visione “capitalistica” dello sviluppo, insieme ha contestato la visione di un´economia solidale di “poveri per poveri”, ricordando tuttavia l´importanza del potenziale di inclusione sociale che essa rappresenta.
Shahnaz Iqbal ha parlato soprattutto di lavoro dignitoso, offrendo ad un pubblico attento un puntuale resoconto dell’attività della sua Organizzazione a favore delle lavoratrici domiciliari, una realtà vastissima, i cui confini si possono stimare in 12 milioni di donne, la maggioranza dei 20 milioni che lavorano nelle case.
Shahnaz ha ricordato che in Pakistan la Costituzione è avanzata, vieta la schiavitù e lo sfruttamento minorile, riconosce la libertà sindacale, l’uguaglianza fra uomini e donne e la contrattazione collettiva. Ciò nonostante la realtà è ben lontana dal dettato costituzionale. Il lavoro di sindacalizzazione è l’unica via per modificare questa realtà. Questo avviene attraverso: creazione di comunità di lavoro, campagne di sensibilizzazione, rivendicazione del salario minimo, contrasto alla violenza e allo sfruttamento.
Secondo Mario Barrios, occorre sostenere la transizione verso una economia solidale e organizzare le cooperative, guardando al bisogno di lavoro, di servizi e di istruzione. E soprattutto occorre combattere le false cooperative, fenomeno presente anche in Argentina. Secondo lui, in America latina, occorre aprire un dibattito sull’economia solidale come scelta strategica per il sindacato, ma anche per le istituzioni, per sottrarre spazio alle multinazionali. Occorre convincere i Governi a sostenere questa direzione.
Sandra Pareschi nel concludere ha sottolineato l’importanza di una discussione che ha visto le Organizzazioni sindacali confrontarsi sull’economia solidale. Durante il ricco e partecipato dibattito ha preso la parola anche Artur Henrique, presidente nazionale della CUT brasiliana, rivendicando l´impegno del sindacato a rafforzare percorsi che ricerchino un modello economico alternativo all´attuale e convenendo sulla necessitá che questo tema rientri a pieno titolo nel confronto e tra le rivendicazione del sindacato internazionale.